La notte di Caracas ci riasconderà

di Naponiello Roberto

Se talvolta uno spettacolo teatrale d’indole tragicomìco ci può sorprendere, per narrazione, ambientazione e spregiudicatezza dei dialoghi e dei personaggi, ne La notte di Caracas ci nasconderà, tutto ciò avviene sì ma a ritroso, ovvero non si consuma una tragedia finale ma sin dall’inizio vi è un susseguirsi di comica ecatombe dei personaggi, sembrano essere divorati dalla loro stessa interpretazione e perché no, dalla loro caratterialità sfuggente. In quet’ultimo lavoro il regista Carlo Cianfarini, rivela, seppur sotto la falsariga della farsa grottesca, una maturità, espressiva illuminante, frutto d’esperienze precedenti, come Un sogno ad Algeri, Faccende da Mortali, e così via.

Ormai il Cianfanni ha dismesso gli abiti amatoriali percorrendo una scia sempre più professionale, ma fresca rigeneratrice e non stancante segno d’una escalation in un prossimo futuro per un impegno sempre maggiore, volto più ai contenuti che Io stesso recitativo, che pari passo proseguono Roberto Allemanini, Laura Di Benedetto ed altri che conosco meno da vicino ma altrettanto validi poiché è grazie ad un serio lavoro di team che si ottiene un buon laVoro teatrale.

Anche in questo lavoro l’idea del Cianfarini si è dimostrata vincente, lanciando sulla scena per la prima volta Alba Tortorici, scrittrice, autrice del libro Un tè alla Menta, musa ispiratrice del regista in un precedente lavoro, la Toriorici nel ruolo di Mete, alcolizzata, riesce ad esprimere tutto il suo disprezzo per essere una di secondo piano rispetto alla Pupa del Boss (Brenno Epifani). L’augurio che possiamo fare al nostro regista è di vederlo calato nella stesura d’una nuova e avvincente opera che ci faccia ancora sognare, divertire ma anche riflettere.